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2022-UsPelagotti, Irene Due figure femminili di profilo in procinto di darsi la mano o comunque di avere un contatto fisico, questo sottolinea la sorellanza, l'unione, la reciproca fedeltà, l'empatia e l' appoggio, in tutti i suoi sensi, che esse danno l'una per l'altra, e quindi il punto di forza. Le figure sono rappresentate in modo idealistico, così che non rappresentino nessuno in particolare ma allo stesso tempo, figure in cui tutte si possono identificare. Sono figure leggere, sospese a mezz'aria, in una dimensione sognante e serena, incorniciate da fiori e piante che sottolineano e rappresentano ancora una volta la leggerezza, e la femminilità.Immagine
Pingiotti_Jessica.jpg.jpg2022-[Donna]Pingiotti, Jessica La Donna è l'essere più combattente che ci possa essere, anche nelle donne più fragili al momento del bisogno esce lo spirito di una leonessa. Per la famiglia, per il lavoro, per la salute, per cercare di far andare sempre tutto nel verso giusto, forse anche per non sembrare debole davanti agli occhi degli altri, anche perché non lo è affatto!Immagine
illustrazione-concorso.-Ginestra.jpg.jpg2022-GinestraOrtiz, Maria Claudia Il passato di Ginestra lascia ancora lividi sulla pelle, gridando la notte senza tregua. Le cicatrici le disegnano la schiena, ricordandole le battaglie perse contro un mondo ostile che non ha saputo accettare le sue fragilità. Non si rimarginano ancora i tagli e bruciano le ferite per tutte le sofferenze vissute e per le persone che, volontariamente, sono fuggite via da lei. Come insegna il suo nome, però, c’è un fiore che, per quanto piccolo e delicato, riesce a sbocciare sulle pareti rocciose e aride di un vulcano. Ed ecco, proprio come una fenice, la pianta della ginestra alza il capo, sollevandosi dalle ceneri. Allo stesso modo, sarà dalla solitudine e dalla polvere che Ginestra potrà ripartire. Su quella cicatrice profonda sotto le scapole, è lì che cucirà le sue ali.Immagine
mirror.png.jpg2022-MirrorCaprio, Maria Rosaria La mia opera si chiama "Mirror" mi sono fatta ispirare dalle parole della cantante Madame "Sei sempre stata in me, non me ne rendevo conto". Questo racchiude personalmente tutto il mio percorso di crescita (di studi e personale), un percorso nel quale ci ritroviamo un pò tutti noi, chi più chi meno. Crescendo incontreremo persone che ci diranno che non siamo capaci, che non siamo pronte, che non siamo abbastanza, che siamo fragili, impotenti, troppo deboli, e questo diventa un limite mentale. Nel percorso di crescita, quando decidi di reagire, capisci che in realtà il limite non esiste, che nello specchio riflette anche la tua forza, e che possiamo raggiungere ciò che vogliamo. Quando ce ne rendiamo conto davvero capiamo che siamo sempre stati capaci di farlo, ma che causa forze "maggiori" non ci abbiamo manco mai provato.Immagine
Pasqualina_Fiore.jpg.jpg2022-[Hera]Fiore, Pasqualina Il soggetto è una riproduzione deformata della statua della dea Hera, la quale appare come simbolo iconico nella serie televisiva “The Penthouse”. La statua originale è soggetto e spettatrice di innumerevoli vicende, davanti alle quali rimane sempre muta. Si erge in tutta la sua maestosità in un grande atrio, dove silenziosamente scruta tutti gli abitanti dell’albergo. Sinonimo di una madre distrutta dal dolore e di una donna fiera e inarrestabile ha scatenato in me un forte senso di empatia, misto ad ammirazione e timore nei confronti di questa dea così forte e ammaliante. Il monotipo, riprodotto con gli oscuri toni del nero e del rosso, rimarca il concetto del dolore, spiccano le ali splendenti e il volto risulta quasi impalpabile, confuso tra i tagli e tra le deturpazioni che attraversano tutta la matrice.Immagine
Rebecca_Palermo.jpg.jpg2022-NotesPalermo, Rebecca Rappresenta tutte le donne immerse in quella che pensano sia la realtà e ci sono sprofondate dentro fino ad affogarvici, per poi riemergere fino ad abbandonare completamente quell'abisso; il movimento dell'emersione segue quello che compie la mano per voltare pagina, a indicare che le donne della raccolta siamo tutte noi e che le loro storie sono anche le nostre. Una volta liberate dalle acque che invischiano le nostre ali siamo libere di librarci in cielo.Immagine
Serena Antico_ilustrazione-.jpg.jpg2022-NoAntico, Serena L’opera ritrae una donna intenta a spezzare uno dei tanti “NO” ricevuti. Grazie alla sue capacità e alla creatività, trasforma le lettere “ N” ed “O” in accessori da indossare, rovesciando così un evento di partenza sfavorevole.Immagine
Filo rosso.png.jpg2022-Filo rossoFaltoni, Viola Corpi, culture e storie diverse, unite dal filo rosso di un destino comune: una società che ci rema contro, ci deride e abusa dei nostri corpi, delle nostre menti e soprattutto della nostra umanità. Un filo rosso che però ci lega anche in tutta la miriade di sfaccettature che ci definiscono donne e che dunque ci insegna ed invita ad essere solidali l'una con l'altra, pronte a porgere la mano nelle situazioni più dure. Le donne che ho raffigurato non hanno un volto, così che chiunque possa rivedersi almeno in una di loro, per sentirsi un po' meno sola, un po' meno incompresa, ma un po' più sicura ed orgogliosa di se stessa.Immagine
Un racconto tutto per sé contest editoriale ottimizzato.jpg.jpg2022-Un racconto tutto per sé contest editorialeMoriani, Vittoria L’illustrazione, realizzata in tecnica digitale, raffigura una giovane donna con i capelli dispiegati come i petali di un fiore, ai cui estremi sono rappresentate cinque professioni diverse, alcune ancora oggi considerate prettamente maschili, altre in cui la presenza femminile è già accettata. La ragazza ha gli occhi chiusi e sorride, come se stesse avendo un bel sogno. Il messaggio che vorrei trasmettere è di libertà di scelta per il futuro in modo sereno e consapevole delle proprie capacità, dando la possibilità di abbracciare stili di vita anche molto differenti, ma tutti ugualmente importanti nel percorso di sviluppo individuale e di autodeterminazione.Immagine
Tarau_Vivien_ILLUSTRAZIONE_UnRaccontoTuttoPerSe.jpg.jpg2022-FiorireTarau, Vivien Esistono tantissimi tipi di fiori al mondo e lo sguardo incantato con cui li guardiamo non pone nessuno in secondo piano, le donne assomigliano incredibilmente ai fiori, meravigliose nella loro diversità, nei loro colori e nei significati che trasmettono ma sono anche estremamente fragili, basta pochissimo per danneggiarli e rompere quella purezza che emanano.Immagine
UMA-MS.09_0001.tif.jpg--Novella tartara dell'Abate Casti Tomo primoFondo Ventimiglia Casti, Giovan Battista Numerazione recente a lapis 1-182. Bianche le cc. 1v-3v; 178r-182r. Risguardie marmorizzate. All’interno del piatto anteriore ex libris araldico di Tommaso Vargas Macciucca, che attesta la provenienza del manoscritto dal fondo Ventimiglia. Alla c. 1r il possessore ha annotato a mano: “Primo manoscritto dell’Autore allorché l’opera fu proibita di stamparsi, regalatomi dal Sig.r Duca di Lupiano D. Gaspare Mello a’ 25. Marzo 1815”. Il ms. contiene la trascrizione dei primi sei canti (sui dodici complessivi) del Poema tartaro di Giovan Battista Casti (prima ed. 1796).Manoscritto
UMA-MS.08_0001.tif.jpg--Successi tragici et amorosiFondo Ventimiglia Corona, Silvio Ascanio Numerazione antica a penna 1-206. Le risguardie anteriore e posteriore sono rivestite dai frontespizi a stampa, su carta di colore verde, di atti legali (Convenzione tra il conte Capaci e D. Emmanuele Catania, c. 1r; Appendice per Ingrassia e Gelardi contro Leguay, Tucci, e consorti, c. 221v). Alla c. 3r è incollata una scheda antiquariale del manoscritto, con la descrizione fisica e il sommario degli argomenti trattati, relativi tutti alla vita privata di famiglie nobili napoletane. La c. 3v reca una nota manoscritta su Bartolomeo d’Aquino principe di Caramanico. Alla c. 4r il titolo manoscritto Gli Amori Traggici [sic]. Alla c. 217 Indice. Il manoscritto proviene con ogni probabilità dal fondo librario dei Ventimiglia. Fu forse acquistato da un giudice Ventimiglia nel corso del XIX secolo, come attesta un’annotazione sulla risguardia posteriore.Manoscritto
UMA-MS.07_0001.tif.jpg--Inscriptiones variae m.ss.Fondo Ventimiglia Il titolo d’insieme si ricava dal tassello del dorso in pelle rossa. Nella numerazione recente a lapis quattro carte (65bis, 260bis, 322bis, 323bis) sono ripetute; alla c. 368 r è incollata una c. di dimensioni minori recante il testo di un’iscrizione. Elementi di datazione si ricavano dal terminus post quem della c. 28v. Il volume raccoglie le trascrizioni di un gran numero di epigrafi, per lo più sei-settecentesche, rinvenute in chiese romane. Alla c. 1r una mano più recente (otto-novecentesca) annota a lapis: “Maria Felice Ventimiglia moglie di Urbano Barberini principe di Preneste (Palestrina) nella chiesa di San Nicola da Tolentino in Roma epigrafe in questo volume”. Il riferimento a Maria Felice Ventimiglia Pignatelli d’Aragona, seconda moglie di don Urbano Barberini (1664-1722), attesta la provenienza del manoscritto dal fondo librario dei Ventimiglia.Manoscritto
UMA-MS.03.02_0001.tif.jpg--Tomo Terzo del Giornale amorosoFondo Ventimiglia Numerazione antica a penna in alto a destra delle facciate; alcune cc. numerate a lapis da mano recente. Unica mano; più inchiostri. Si tratta di un diario intimo – del quale è andato evidentemente smarrito il primo volume – forse databile alla prima metà dell’Ottocento. L’anonimo autore vi raccoglie quotidianamente le proprie riflessioni, per lo più di carattere sentimentale, idealmente rivolte a una tale Rosa.Manoscritto
UMA-MS.03.01_0001.tif.jpg--Tomo Secondo del Giornale amorosoFondo Ventimiglia Numerazione antica a penna in alto a destra delle facciate; alcune cc. numerate a lapis da mano recente. Unica mano; più inchiostri. Si tratta di un diario intimo – del quale è andato evidentemente smarrito il primo volume – forse databile alla prima metà dell’Ottocento. L’anonimo autore vi raccoglie quotidianamente le proprie riflessioni, per lo più di carattere sentimentale, idealmente rivolte a una tale Rosa.Manoscritto
UMA-FV.III.C.32.02_0001.tif.jpg1628-L. Annaei Senecæ philosophi Opera omnia quæ extant. Ad veterum exemplariorum fidem, quorum nomina inferiùs recensentur. A I. Dalechampio castigata. A Th. de Iuges recognita .. [tomo secondo]Fondo Ventimiglia Seneca, Lucius Annaeus Dalechamps, Jacques ; Juges, Theodore : de Frontespizio stampato in rosso e nero. - Occhietto con titolo dell'opera. - Sul frontespizio marca tipografica non controllata con guerriero sotto arco: motto "tatem meam mecum porto". - Segnatura: ✝-4✝⁶ A-4P⁶ 4Q⁴ a-l⁶ m⁸. - Legatura in pergamena rigida; sul dorso titolo dell'opera stampato; 20,5 x 35 cm. - Presenza di carte brunite, fori di tarlo e macchie di muffa. - Sul frontespizio nota manoscritta; a c. Rr 6 r nota manoscrittaLibro antico
UMA-FV.III.C.32.01_0001.tif.jpg1628-L. Annaei Senecæ philosophi Opera omnia quæ extant. Ad veterum exemplariorum fidem, quorum nomina inferiùs recensentur. A I. Dalechampio castigata. A Th. de Iuges recognita .. [tomo primo]Fondo Ventimiglia Seneca, Lucius Annaeus Dalechamps, Jacques ; Juges, Theodore : de Frontespizio stampato in rosso e nero. - Occhietto con titolo dell'opera. - Sul frontespizio marca tipografica non controllata con guerriero sotto arco: motto "tatem meam mecum porto". - Segnatura: ✝-4✝⁶ A-4P⁶ 4Q⁴ a-l⁶ m⁸. - Legatura in pergamena rigida; sul dorso titolo dell'opera stampato; 20,5 x 35 cm. - Presenza di carte brunite, fori di tarlo e macchie di muffa. - Sul frontespizio nota manoscritta; a c. Rr 6 r nota manoscrittaLibro antico
UMA-MS.15_0001.tif.jpg1718-Avvertimenti ai nipotiFondo Antiquariato D'Andrea, Francesco Sul dorso tassello marrone recante il titolo Avvertimenti in oro. Bianche le cc. di guardia. Le quattro carte iniziali, contenenti la Tavola, sono state numerate a pagine, con cifre romane I-VIII, da mano posteriore. Il testo, ordinatamente disposto in ampie colonne al centro delle facciate e pressoché privo di cancellature, reca, invece, una numerazione originaria a pagine (1-340). La stesura sembra riconducibile ad un’unica mano, che alla p. 339 annota di aver concluso l’opera il 19 giugno 1718. Si tratta di uno dei molti testimoni manoscritti degli Avvertimenti, ignoto alla ricognizione eseguita da Imma Ascione nell’edizione dell’opera datata 1990 (F. D’ANDREA, Avvertimenti ai nipoti, a cura di I. Ascione, Napoli, Jovene, 1990, pp. 117-131). Il ms. fu acquistato dall’Università di Salerno nel marzo del 1969 presso la Libreria Casella di Napoli al prezzo di 90.000 lire.Manoscritto
UMA-MS.14.02_0001.tif.jpg--Dissertationes Feudales Posterioris anni 17. [Volume 2]Fondo Antiquariato II volume: sulla coperta in cartone parte del titolo appare erasa. Bianca la carta di guardia. Numerazione originaria a penna in alto a destra in due serie (1-52; 1-[10]). Alle cc. 1r-3r: Proemium; alle cc. 3r-52v i testi di cinque Dissertationes distinti in paragrafi: le cc. finali 1-[10] recano l’Appendix I De Feudorum devolutione et amissione e dell’Appendix II De Tenuta Feudorum. I due manoscritti sono redatti da un’unica mano, che stende il testo sulla colonna destra delle facciate, riservando quella di sinistra ad annotazioni e glosse. Le carte mostrano il segno di una piegatura centrale. Qualche carta staccata. Il mediocre stato di conservazione di entrambi i volumi non compromette la leggibilità. Già segnati A 662/1-2. I due volumi manoscritti furono acquistati dall’Università di Salerno presso la Libreria antiquaria Casati Testaferrata di Salerno nel febbraio 1968 al prezzo complessivo di lire 35.000.Manoscritto
UMA-MS.14.01_0001.tif.jpg--Dissertationes Feudales Posterioris anni 17. [Volume 1]Fondo Antiquariato I volume: sulla coperta in cartone il titolo attribuito. Bianche le carte di guardia. Numerazione originaria a penna in alto a destra. Alle cc1r-2v Ad reliquas Juris Feudalis Dissertationes Praefatio; le cc. 2v-63v recano i testi di tredici Dissertationes (VII-XIX) distinti in paragrafi. Alle cc. 63v-64v la Conclusio. I due manoscritti sono redatti da un’unica mano, che stende il testo sulla colonna destra delle facciate, riservando quella di sinistra ad annotazioni e glosse. Le carte mostrano il segno di una piegatura centrale. Qualche carta staccata. Il mediocre stato di conservazione di entrambi i volumi non compromette la leggibilità. Già segnati A 662/1-2. I due volumi manoscritti furono acquistati dall’Università di Salerno presso la Libreria antiquaria Casati Testaferrata di Salerno nel febbraio 1968 al prezzo complessivo di lire 35.000.Manoscritto
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