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Targioni Tozzetti, Giovanni
Variants
Targioni-Tozzetti, Giovanni, 1863-1934
Targioni, Giovanni
 
Person Role
Poeta
Librettista
Politico
 
Person Nationality
Italiana
 
Birth Date
17-03-1863
 
Gender
M
 
Birth Place
Livorno
 
Death Date
30-05-1934
 
Death Place
Livorno
 
Biography
Figlio del letterato Ottaviano e fratello maggiore di Elena e di Dino, poeta vernacolare noto con lo pseudonimo di Cangillo. Laureatosi in lettere a Pisa, dal 1887, dopo un anno di insegnamento a Ceccano, nel Lazio, ebbe la cattedra di storia moderna e letteratura italiana all’Accademia navale di Livorno. All’insegnamento unì la passione politica: consigliere comunale, assessore alla pubblica istruzione e presidente del Consiglio provinciale, fu sindaco di Livorno dal 1911 al 1914. Nel 1881 si affacciò alla poesia, vincendo un concorso indetto al liceo labronico dal preside Giuseppe Chiarini, con una versione metrica dell’ode oraziana A Galatea. La traduzione gli valse l’incoraggiamento di Carducci, al quale dedicò «con affetto devoto» la prima raccolta poetica, Fantasie liriche (Livorno 1887) a cui seguirono diverse composizioni, edite in volumi, opuscoli, riviste e giornali, quasi tutte raccolte, infine, nei due tomi delle Liriche (1881-1931) stampati dalla Società editrice toscana di San Casciano in Val di Pesa nel 1931. Come giornalista collaborò al Fanfulla di Roma e alla Gazzetta piemontese di Torino e diresse la Gazzetta livornese, il Telegrafo e la Cronaca minima di Livorno. Scrisse anche di letteratura e raccolse e curò l’edizione di testi popolari ciociari, In Ciociaria: ricordi di usanze popolari (Livorno 1891) e Saggio di novelline, canti ed usanze popolari della Ciociaria (Palermo 1891), mentre con Augusto Vittorio Vecchi curò Il mare: antologia di prose e poesie di moderni e antichi scrittori originali e tradotte (Livorno 1893, successivamente rivista e riedita). Fu amico personale del compositore Pietro Mascagni, per il quale scrisse vari libretti d'opera, fra i quali quello di Cavalleria rusticana, steso in collaborazione con Guido Menasci e il cui soggetto fu tratto da una nota novella di Giovanni Verga e quello de I Rantzau, opera in quattro atti (Firenze, teatro della Pergola, 10 novembre 1892) tratta con Menasci dall’omonima commedia di Émile Erckmann e Pierre-Alexandre Chatrian, versione scenica del loro romanzo Les deux frères. Seguirono, sempre in coppia con Menasci, l’antiquata Regina Diaz per Umberto Giordano (Napoli, teatro Mercadante, 5 marzo 1894) e la versione ritmica italiana del libretto del Werther di Jules Massenet, edita nel 1894. Da solo, invece, firmò Silvano, dramma marinaresco per Mascagni (Milano, teatro alla Scala, 25 marzo 1895), da Histoire de Romain d’Étretat di Alphonse Karr. Nuovamente con Menasci lavorò a Zanetto (Pesaro, liceo musicale Rossini, 2 marzo 1896), riduzione di Le passant di François Coppée. Accanto a Vistilia non ebbero sorte favorevole il dramma Carlotta Corday, la commedia La contessa Loriana, la fantasia lirica Il sogno d’una notte d’estate, il dramma Il capitan Fracassa e la leggenda lirica in tre quadri La cattedrale, ossia i cinque lavori che il duo librettistico Targioni-Tozzetti e Menasci dichiarò «in preparazione» nell’edizione della stessa Vistilia. Dopo aver composto i versi dell’Invocazione alla Madonna di Mascagni (1932) e rimaneggiato il libretto della Pinotta,  lavorò, gravemente ammalato, al suo ultimo dramma per musica, Nerone, dal dramma omonimo di Pietro Cossa (Milano, teatro alla Scala, 16 gennaio 1935). La maggior parte delle musiche furono tratte dal progetto di opera Vistilia (1907), che Mascagni non aveva portato a termine