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Un Racconto tutto per sè

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Un Racconto tutto per sè
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5 Maggio 2022 – 15 luglio 2022
Il materiale pubblicato proviene dal concorso “Un racconto tutto per sé”, voluto dal Sistema Bibliotecario di Ateneo, con l’intento di valorizzare e supportare le forme espressive della creatività contemporanea femminile tramite racconti e illustrazioni. Al concorso è seguita una mostra con esposizione di tutti i lavori delle partecipanti riportati in questo percorso.
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1Vita_singolare.pdf.jpg2022-Vita singolareDi Marco, Monica Ci vuole più coraggio per vivere sapendo di dover morire o di morire perché non si riesce a vivere? Protagoniste di questo racconto sono due donne, due donne molto diverse ma entrambe con storie particolari. Sono entrambe accomunate da un sostantivo singolare femminile: la vita. La vita a volte dà, a volte toglie e soprattutto non è quasi mai un giudice onesto. A volte, anche da un semplice incontro si può acquisire la forza necessaria e la consapevolezza giusta per portare avanti la propria vita. La non descrizione dei personaggi è stata strutturata intenzionalmente in modo che chiunque possa identificarsi nelle protagoniste.Articolo e saggio
2Confessione_ Sara_Paolella.pdf.jpg2022-ConfessionePaolella, Sara Articolo e saggio
3Boreder Key Fristachi eleonora.jpg.jpg2022-Boreder keyFristachi, Eleonora "Border Key", Chiave di Confine, rappresenta uno stato mentale di profondo disagio e solitudine che si prova aprendosi verso una società tossica. La protagonista seduta su di un letto intriso di sangue e cuori, vista di spalle viene rappresentata nell'atto di guardarsi allo specchio. L'immagine che ha di sé raffigura una radiografia della sua schiena, storta ed incolore, visione che le impedisce di affrontare l'esistenza con razionalità. La schiena squarciata è il simbolo del dolore e delle cicatrici che porta con sé, ferita che cerca di lenire chiudendone i bordi. Il filo infine presenta una chiave, unico strumento in grado sia di riaprirla al male che di chiuderla. Una chiave di confine, la volontà e l'incomprensione, l'incapacità di potersi esprimere in pieno. Un grido di denuncia verso una società che ignora e ghettizza la diversità. Una donna forte che nonostante le cicatrici va avanti, cercando di superare ogni ostacolo e difficoltà.Immagine
4Filo rosso.png.jpg2022-Filo rossoFaltoni, Viola Corpi, culture e storie diverse, unite dal filo rosso di un destino comune: una società che ci rema contro, ci deride e abusa dei nostri corpi, delle nostre menti e soprattutto della nostra umanità. Un filo rosso che però ci lega anche in tutta la miriade di sfaccettature che ci definiscono donne e che dunque ci insegna ed invita ad essere solidali l'una con l'altra, pronte a porgere la mano nelle situazioni più dure. Le donne che ho raffigurato non hanno un volto, così che chiunque possa rivedersi almeno in una di loro, per sentirsi un po' meno sola, un po' meno incompresa, ma un po' più sicura ed orgogliosa di se stessa.Immagine
5Rebecca_Palermo.jpg.jpg2022-NotesPalermo, Rebecca Rappresenta tutte le donne immerse in quella che pensano sia la realtà e ci sono sprofondate dentro fino ad affogarvici, per poi riemergere fino ad abbandonare completamente quell'abisso; il movimento dell'emersione segue quello che compie la mano per voltare pagina, a indicare che le donne della raccolta siamo tutte noi e che le loro storie sono anche le nostre. Una volta liberate dalle acque che invischiano le nostre ali siamo libere di librarci in cielo.Immagine
6Algoallucinosi.pdf.jpg2022-AlgoallucinosiBuson, Daria “Algoallucinosi” è un racconto breve in prima persona. Un ricordo concreto e doloroso di una sera tanto lontana quanto sempiterna vissuta dall’io narrante. Una descrizione dettagliata di elementi stampati nella memoria che la narratrice e protagonista desidererebbe solamente cancellare. Un tentativo di esorcismo di sensazioni di inadeguatezza, di strazio e di vuoto insiti nell’animo umano. “Algoallucinosi” è un racconto sul confronto con gli altri, sull’amore non corrisposto, sul silenzio glaciale dei sentimenti non espressi, in cui lettrici e lettori possono indentificarsi con l’io narrante e il suo flusso emotivo di coscienza, dove specifici termini medici e parole intraducibili rubate a lingue straniere supportano il vano tentativo di dare un senso a ciò che è stato e a ciò che ancora è.Articolo e saggio
7concorso-Anna-Lucia-Califano.pdf.jpg2022-CON LE ALI DI AMELIA EARHARTCalifano, Anna Lucia Articolo e saggio
8Us.jpg.jpg2022-UsPelagotti, Irene L'illustrazione in questione raffigura due figure femminili di profilo in procinto di darsi la mano o comunque di avere un contatto fisico, questo sottolinea la sorellanza, l'unione, la reciproca fedeltà, l'empatia e l' appoggio, in tutti i suoi sensi, che esse danno l'una per l'altra, e quindi il punto di forza. Le figure sono rappresentate in modo idealistico, così che non rappresentino nessuno in particolare ma allo stesso tempo, figure in cui tutte si possono identificare. Sono figure leggere, sospese a mezz'aria, in una dimensione sognante e serena, incorniciate da fiori e piante che sottolineano e rappresentano ancora una volta la leggerezza, e la femminilità.Immagine
9Ilaria Salvatori - Femminile.jpg.jpg2022-FemminileSalvatori, Ilaria L'opera, che ho scelto di nominare semplicemente con l'aggettivo Femminile, è composta da una serie di elementi che hanno a che fare con la femminilità nel senso più ampio del termine. Partendo dal basso vi è un ritaglio delle Tre Grazie scolpite dal Canova che vogliono simboleggiare l'unione, la fratellanza e la sacralità della donna nella sua fase più acerba, quella che si attraversa prima di sbocciare definitivamente, come si evince dalla moltitudine di fiori che coprono i volti delle Grazie. La matassa che svetta sopra i suddetti fiori, rappresenta invece le complicate sfaccettature dell'animo femminile, mentre i due aspidi posizionati rispettivamente a destra e sinistra della matassa sono l'emblema dei pericoli che una donna affronta nella propria vita. Dietro le figure appena descritte, una forma circolare simile a quella di un ovuolo, richiama la fertilità, laddove poi l'angelo posizionato in alto a destra simboleggia invece la protezione del focolare domestico. Infine le macchie di sangue nero, sono il simbolo delle tragiche sorti a cui troppo spesso sono soggette le donne, soprattutto negli ultimi tempi mentre le farfalle in alto a sinistra sono l'augurio di una auspicata libertà verso un futuro migliore.Immagine
10mirror.png.jpg2022-MirrorCaprio, Maria Rosaria "Sei sempre stata in me, non me ne rendevo conto". Questo racchiude personalmente tutto il mio percorso di crescita (di studi e personale), un percorso nel quale ci ritroviamo un pò tutti noi, chi più chi meno. Crescendo incontreremo persone che ci diranno che non siamo capaci, che non siamo pronte, che non siamo abbastanza, che siamo fragili, impotenti, troppo deboli, e questo diventa un limite mentale. Nel percorso di crescita, quando decidi di reagire, capisci che in realtà il limite non esiste, che nello specchio riflette anche la tua forza, e che possiamo raggiungere ciò che vogliamo. Quando ce ne rendiamo conto davvero capiamo che siamo sempre stati capaci di farlo, ma che causa forze "maggiori" non ci abbiamo manco mai provato.Immagine
11Serena Antico_ilustrazione-.jpg.jpg2022-NoAntico, Serena L’opera ritrae una donna intenta a spezzare uno dei tanti “NO” ricevuti. Grazie alla sue capacità e alla creatività, trasforma le lettere “ N” ed “O” in accessori da indossare, rovesciando così un evento di partenza sfavorevole.Immagine
12illustrazione-concorso.-Ginestra.jpg.jpg2022-GinestraOrtiz, Maria Claudia Il passato di Ginestra lascia ancora lividi sulla pelle, gridando la notte senza tregua. Le cicatrici le disegnano la schiena, ricordandole le battaglie perse contro un mondo ostile che non ha saputo accettare le sue fragilità. Non si rimarginano ancora i tagli e bruciano le ferite per tutte le sofferenze vissute e per le persone che, volontariamente, sono fuggite via da lei. Come insegna il suo nome, però, c’è un fiore che, per quanto piccolo e delicato, riesce a sbocciare sulle pareti rocciose e aride di un vulcano. Ed ecco, proprio come una fenice, la pianta della ginestra alza il capo, sollevandosi dalle ceneri. Allo stesso modo, sarà dalla solitudine e dalla polvere che Ginestra potrà ripartire. Su quella cicatrice profonda sotto le scapole, è lì che cucirà le sue ali.Immagine
13Racconto Chiara De Maio.pdf.jpg2022-Solo un giocoDe Maio, Chiara La storia di Lidia è la storia di tante donne. Donne che si recano a lavoro, donne che prendono i mezzi pubblici, donne che viaggiano. Donne che vivono. Le donne subiscono quotidianamente commenti indesiderati, fischi, avance, violenze e stupri per il solo fatto di essere donne. Può accadere al parco, in strada o in pullman. Con il suo discorso potente e coraggioso, Lidia racconta la sua esperienza rivolgendosi non a caso ad un gruppo di studenti. Alle ragazze va l’invito a non vergognarsi, a denunciare sempre e a parlare apertamente di questi episodi. Ai ragazzi va l’invito a non replicare questi modelli di comportamento maschilisti, in quanto retaggi di una cultura patriarcale che considera le donne come oggetti sessuali. Le parole di Lidia intendono spingere gli uomini ad allenare la loro empatia, a mettersi nei panni delle donne e a comprendere che molestare le donne non è un gioco, ma una violenza psicologica e fisica a tutti gli effetti, spesso banalizzata e derubricata come goliardia o apprezzamenti innocenti.Articolo e saggio
14Riflessioni_Riflesse.jpg.jpg10-Jul-2022-Riflessioni riflesseBenedet, Ilenia Vi è mai capitato di leggere un libro e di rispecchiarvi perfettamente in quel personaggio? Di sentire discorsi di donne in linea con le vostre idee? O forse, al contrario, vi sembra tutto così banale, come se fosse stato tutto fabbricato in serie? Ma, quando vi imbattete difronte ad uno specchio, ogni cosa cambia forma, colore, tanto da non capire più quale sia la realtà, la vostra natura: se quella riflessa allo specchio o quella raccontata da quel mondo così predefinito. Anche la vostra immagine, che si presenta spoglia da costumi e convenzioni, vi rende difficile comprendere e ritrovare la vostra strada di giudizio, ormai troppo plagiata e sagomata dal dettato societario.Immagine
15Racconto - Mirabella.pdf.jpg2022-Del silenzio e le sue formeMirabella, Anna Teresa Che cosa può significare il silenzio per ciascuno di noi? Per la protagonista del racconto, che nelle parole vede un prezioso collante in grado di avvicinare le persone, il silenzio non è un luogo rassicurante; fino a quando, un giorno, sarà improvvisamente costretta a farci i conti. A narrare la storia è sua nipote, che scorge in questa trasformazione un cambiamento innaturale, con il quale imparerà a fare pace e che, in qualche modo, la farà sentire ancora più vicina a sua nonna, la donna più importante della sua vita. Come scrive Susanna Tamaro, “L’amore non si addice ai pigri, per esistere nella sua pienezza alle volte richiede gesti precisi e forti”: gesti che non necessariamente devono fare rumore, come il racconto si propone di indagare, purché siano frutto di un costante e sincero sforzo comunicativo che allora saprà compiersi anche attraverso il silenzio.Articolo e saggio
16Cioffi_Wanda_racconto per il concorso.pdf.jpg2022-[Mi chiamo Sara, ho 25 anni e sono stata vittima di bullismo]Cioffi, Wanda Quando mi sento sola e triste scrivo perché questo è l’unico modo che conosco per tirare fuori tutto ciò che ho dentro. Ci sono cose che, però, non vanno scritte perché il dolore di metterle nero su bianco è più forte che tenerle rinchiuse dentro il tuo cuore. Le scelte coraggiose, tuttavia, richiedono sempre un sacrificio e questo è il mio. Vi svelo il mio segreto: in passato sono stata vittima di bullismo. Venivo presa in giro per il mio aspetto e combattere contro il pregiudizio che gli altri hanno di te e poi contro l’idea che hai di te stessa basandoti sui loro giudizi è difficile. La frase che ha scandito la mia routine quotidiana per molto tempo è stata “Sei brutta. Ma ti sei vista? Fai schifo. Sparisci!”, e all’inizio ho finito per credere a quelle parole fino a quando non ho intrapreso il mio percorso universitario. Mi chiamo Sara, ho 25 anni e questa che vi sto per raccontare è la storia di come sono riuscita a superare quel periodo ritrovando finalmente la mia felicità.Articolo e saggio
17Copia di Etichette_Giulia Desogus.jpg.jpg2022-[Unlabeled]Desogus, Giulia L’illustrazione racconta di un essere dalle sembianze umane caratterizzato da una pelle simile al jeans. La figura è colta in un momento di scelta importante in cui deve scegliere delle stoffe che andranno poi a etichettarla nella vita: come vorrà presentarsi agli altri? In che modo intenderà definirsi? Un attimo così delicato necessità di una buona riflessione che, in questo caso, sfocia della selezione di una pezza molto particolare con su scritto “Unlabeled”, ovvero “senza etichetta”. In un periodo storico in cui si ricercano spesso termini specifici per racchiudersi in una determinata definizione può essere rivoluzionaria la scelta di andare contro questa tendenza e dare il permesso a se stessi di essere ciò che si è, dando spazio a visioni nuove che possano prendere il posto ad altre ormai passate.Immagine
18Briciole di vita.pdf.jpg2022-Briciolo di vitaBenedetti, Nicoletta Articolo e saggio
19Francesca Birollo_Un racconto tutto per sé.jpg.jpg2022-“Un racconto tutto per sé”Birollo, Francesca Donna, elemento essenziale e strettamente legato alla natura, creata e creatrice. Nell’illustrazione una figura femminile raggiante e aperta, con una posa fiera che si manifesta nella sua forma. Attorno gli elementi della natura la circondano, rami ricchi di foglie, gocce d’acqua e fiori. Le girano attorno i simboli del sole e della luna, della natura e dell’arcobaleno che rappresentano la forza e la bellezza di tutte le donne. I colori sono tenui, principalmente pastello che si mischiano in tonalità calde e fredde creando texture epattern che rispecchiano componenti della flora.Immagine
20Illustrazione - un racconto tutto per sé - Maddalena Martinez Ball.jpg.jpg2022-"Un racconto tutto per sè"Ball Martínez, Maddalena L’illustrazione vuole prendere alla lettera il significato del titolo. Rappresenta infatti un personaggio femminile, solo, nell’atto di leggere. Non si vede bene il volto della donna, e ogni lettrice può in questo modo riconoscersi in lei. La posizione in cui siede non è del tutto naturale, così come l’esperienza individuale di ogni donna può essere contorta e complessa. Tuttavia la protagonista risulta serena, in fondo è seduta, indossa una maglietta comoda e sorride. È proprio nella sua lettura che riesce a trovare un senso di pace o appartenenza. L’esperienza è individuale, non soggetta allo sguardo di un osservatore. Lo sfondo è completamente buio, e l’unica fonte di illuminazione è la lampada che dirige un potente fascio di luce verso libro. Il soggetto principale dell’illustrazione è dunque il rapporto, il dialogo tra il libro e la donna, ognuno parla con l’altro e parla dell’altro.Articolo e saggio